mercoledì 24 dicembre 2008

Annapurna o Betlemme?


Il giorno di Natale per buona parte dell'umanità scandisce da oltre 2000 anni la nascita di Gesù Cristo. Per un nucleo molto più ristretto di persone è una triste ricorrenza: l'anniversario della morte di uno dei più grandi uomini della storia dell'alpinismo mondiale. Anatolij Bukreev, aveva un fisico eccezionale, grandi capacità di valutazione e certamente non era un uomo fortunato. I problemi seri per lui cominciarono il 10 maggio del 1996 quando si trovò nel posto sbagliato nel momento sbagliato.
Quel giorno una improvvisa tempesta di neve colse di sorpresa due spedizioni commerciali che stavano rientrando ai campi d'alta quota dopo aver raggiunto la vetta dell'Everest. Bukreev riuscì a rientrare alla base e nella notte affrontò da solo la tormenta e alleviò il bilancio di quel tragico giorno portando in salvo tre alpinisti. Uscì di nuovo nel tentativo di salvare anche Scott Fischer, il capo di una delle due spedizioni, lo raggiunse in prossimità della vetta la mattina ma purtroppo era tardi. Un atto davvero eroico, uno sforzo sovrumano che ben pochi alpinisti sarebbero stati in grado di gestire. La sfortuna volle che tra i protagonisti di questa tragica giornata ci fosse anche Jon Krakauer, un giornalista americano che stava scrivendo un libro sulle spedizioni commerciali e che sicuramente fraintese la timidezza di Bukreev e arrivò a polemizzare su di lui. Il libro divenne un best seller e minò per sempre la reputazione dell'alpinista kazaco. Nel frattempo si creò un bellissimo rapporto con un grandissimo scalatore italiano Simone Moro. I due scoprirono numerose affinità fino a realizzare un progetto "impossibile": l'ascensione invernale dell'Annapurna. Il giorno di Natale del 1997 la cordata composta da Moro, Bukreev e da un altro apinista Kazaco venne travolta da una valanga di neve e ghiaccio. Sopravvisse solo l'italiano che poi fissò questi momenti in un libro che racconta della sua amicizia con Bukreev: "Cometa sull'Annapurna". Un libro che mi ha trasmesso la grandezza di questo sconosciuto amante delle montagne e il dovere di ricordarlo alla Vigilia di Natale e dell'anniversario della sua morte.




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