giovedì 4 novembre 2010

Padre di mignotta


Oggi c'è qualcosa di strano nell'aria. Dopo tanto tempo riprendo in mano le redini di questo trascurato blog e ricomincio dall'ultimo post. Si parlava di escort e, tanto per cambiare, si continua a parlare di escort. Si parlava anche di un governo che - per usare un termine più adeguato - stava andando a "mignotte" e che, a quanto pare, non ha perso il vizio, anzi, lo ha perfezionato. E intanto gli italiani perplessi stanno a guardare e si chiedono dove stia la normalità.
Situazione davvero paradossale quella della Conferenza Nazionale della Famiglia, in programma per il prossimo lunedì 8 novembre. Sul sito, nonostante le perplessità esternate dalla presidenza, è ancora online il programma che attribuisce a Silvio Berlusconi la conferenza per l'apertura dei lavori. In altri termini sarebbe come affidare a Osama Bin Laden l'inaugurazione del prossimo concilio ecumenico.
L'imbarazzo cresce in maniera esponenziale se consideriamo gli effetti collaterali delle azioni pubbliche con cui il nostro premier ha condito il suo particolare stile di vita. Tralasciamo le ultime dichiarazioni sulle sue scelte sessuali che hanno letteralmente infuocato la comunità gay italiana e soffermiamoci invece sull'attribuzione della paternità di Ruby. La morale è che il presidente del consiglio italiano ha ufficialmente dato del padre di mignotta al presidente egiziano che - a quanto pare - non ha gradito molto. E intanto noi continuiamo imperterriti a finanziare a suon di tasse questo squallido teatrino in cui coloro che ci dovrebbero rappresentare non fanno che accrescere il nostro impotente imbarazzo.

martedì 23 giugno 2009

Altro che "escort"!!!


In questi giorni si fa un gran parlare di "escort". Le copertine di tutti i principali rotocalchi tracimano di strilli che ripetono ossessivamente questo termine. Ma perché ci ostiniamo a non voler utilizzare i vocaboli italiani. Anche il Sole 24 Ore titola: "Nuovo scandalo delle escort girls, tutto il web ne parla"mentre Terra specifica: "Cavaliere tra escort e isolamento politico, ombre da fine impero". Troviamo interviste in cui ragazze parlano candidamente della loro professione di escort. Ma escort in italiano non si traduce "mignotta"? In effetti è più dolce ed educato pensare a un cavaliere tra le escort che a un presidente del consiglio circondato da mignotte.
Sono anche sicuro che molte risse neppure nascerebbero se nei classici insulti automobilistici rivolti alle nostre madri il tradizionale e antico appellativo venisse sostituito dal più moderno ed educato "escort". Il problema è che il significato resta invariato e il succo della questione è che siamo in mano a una classe di politici e a un governo che sta andando a "escort"! (personalmente preferisco il più volgare ma efficace termine tradizionale).

venerdì 27 marzo 2009

Tutto sbagliato


Lunedi scorso sono andato a Varese per una cena di lavoro. Mentre tornavo verso Milano - era passata da un po' la mezzanotte - ho sentito alla radio una canzone che non conoscevo. La voce del cantate era inequivocabilmente quella dei Depeche Mode, ma il pezzo proprio non me lo ricordavo; ho provato ad ascoltare le parole e ho compreso che parlava di qualcuno a cui ogni cosa andava storta. La musica mi era piaciuta e oggi ho provato a fare una piccola ricerca e finalmente ho recuperato il video (è pubblicato alla fine di questo post). Lo confesso; è stata una cosa imbarazzante e al tempo stesso angosciante ma mi sono identificato nel protagonista e ho riconosciuto tanti Italiani che come me pensano di trovarsi nel posto sbagliato nel momento sbagliato. Non è tutto. La ripetizione quasi ossessiva del termine "wrong" ha riportato alla mia memoria una canzone di Edoardo Bennato che batte sullo stesso concetto: "Tutto Sbagliato, Baby". Il brano è stato pubblicato nel 1992 ma anticipa tante situazioni che abbiamo vissuto e stiamo vivendo ora, compreso lo strapotere della Cina. Che sia il caso di far tacere i politici e passare la parola ai cantanti?



lunedì 23 marzo 2009

La Tempesta Mediatica


Venerdì mi sono trovato nel bel mezzo di una tempesta mediatica. La giornata era iniziata dolcemente, nella maniera migliore; verso mezzogiorno una prima chiamata che mi avverte che sul Giornale è uscito un articolo su un progetto che sto portando avanti con una mia intervista. Bellissima notizia, dopo essere andato in edicola e aver letto l'articolo prendo la moto e mi dirigo verso casa. A un certo punto sento vibrare il cellulare, mi tolgo il casco, rispondo e dall'altra parte sento una voce che chiede conferma della mia identità e quindi prosegue: "le vorremmo fare un'intervista per le reti Mediaset, per l'edizione di Studio Aperto". Tutto bellissimo, se non fosse che erano le 14 passate e che l'intervista doveva essere registrata approssimativamente alle 16. Panico. Alla fine riesco a concordare l'appuntamento e via con la registrazione. Finisco con loro mi squilla il telefono e una voce simile a quella di prima mi chiede la disponibilità per una diretta radiofonica su Rai Radio 2 nella trasmissione Caterpillar; naturalmente acconsento. Lo stesso giorno avevo anche programmato la festa di compleanno di mia figlia.....un ulteriore turbine che però ho percepito come la famosa "Quiete Dopo la Tempesta"



mercoledì 11 marzo 2009

Ricordando C.T.


La scorsa settimana stavo lavorando con il computer e pensavo a un imminente appuntamento che avrei avuto in Piazza Castello. Di colpo ho ricordato gli anni del liceo, il Parco Sempione e  C.T. Immediatamente mi sono gettato su Google in cerca di tracce di quel mitico personaggio che in tanti abbiamo vissuto con sincero affetto. Sicuramente sono in molti a non sapere chi era C.T. e le ragioni per cui un vagabondo dovrebbe essere così famoso.
Negli anni 70 chi si fosse avvicinato al Castello Sforzesco avrebbe notato una serie di scritte che comparivano sull'asfalto della passeggiata che traccia il perimetro della fortezza; erano state realizzate con la vernice bianca e un pennello e tutte portavano la firma C.T.. Sicuramente se avesse fatto un giro nella zona avrebbe incontrato un signore con tre cani e un grande triciclo decorato da scritte contro la "Chiesa Assassina".  Con ogni probabilità avrebbe incontato C.T., al pari degli oratori dello Speakers' Coner impegnato a urlare la pericolosità del "raggio ultravioletta", la famosa onda con cui la chiesa aveva ucciso migliaia di persone in Italia.
C.T. - all'anagrafe Carlo Torrighelli - era una persona innocua: la gente nella maggior parte dei casi sorrideva e passava oltre. Ma lui aveva il suo lavoro: ogni giorno ripassava con la vernice le sue scritte intorno al Castello e quindi partiva con i comizi e le invettive contro la chiesa e l'onda che uccide. Torrighelli non era pericoloso, era un povero pensionato, ex marmista, classe 1909, letteralmente ossessionato dalle emissioni vaticane.
Nessuno gli dava retta, tutti pensavano che fosse un povero pazzo (e a dire il vero anche noi lo credevamo). Il 4 novembre 1983 C.T. si spense in silenzio nel piccolo appartamento che il Comune di Milano gli aveva offerto. Il silenzio piombò sull'onda assassina e le sue scritte sbiadirono lentamente, fino a perdere il loro significato; il tempo cancellò tutto ma non il ricordo di C.T., delle sue invettive e della sua determinazione.
Pensai a lui tante volte, e come me lo fecero tanti altri e ora che ho provato a cercarlo ho scoperto che siamo in tantissimi a ricordarci di questo strano eroe. Su Facebook esiste addirittura un gruppo di ammiratori che vanta oltre 800 iscritti. Gli sono state anche dedicate delle canzoni (le potete ascoltare selezionando i due video qui sotto). Ora vorrei tanto potergli parlare, vorrei dirgli. "Carlo, lo sai che avevi ragione: la chiesa uccideva davvero con l'onda e lo hanno detto anche i giornali, riposa in pace.....".



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domenica 8 marzo 2009

Il mio nuovo idolo


L'ho scoperto per caso e sicuramente al caso lui deve la sua fortuna. Ora è il mio eroe, colui a cui penso nei momenti di difficoltà; è l'uomo che ha avuto il potere di realizzare l'irrazionale e di sintetizzare in un miracolo quella che normalmente viene definita una missione impossibile. Steven Bradbury è un pattinatore australiano che nel corso della sua mediocre carriera ha avuto una serie di problemi molto seri. Travolto da un collega italiano ebbe la vena femorale recisa da un pattino rischiò la vita e guadagnò oltre 100 punti di sutura a una gamba. In un altra occasione quasi ruppe l'osso del collo. Quando alla fine della sua carriera decise di partecipare alle olimpiadi invernali del 2002 le sue speranze di guadagnare una medaglia erano prossime a zero. Ma Steven Bradbury, considerato da tutti un brocco, volle provare. Gli stessi cronisti sportivi lo davano per spacciato ma alla fine successe ciò che nessuno avrebbe potuto immaginare. Ora Steven Bradbury è il mio eroe e ogni volta che si prospetta di fronte a me una missione impossibile penso a lui...e comincia a spirare una brezza di ottimismo. Nel video qui sotto la sua storia (o sarebbe meglio dire "leggenda") commentata dalla Gialappa's.






martedì 24 febbraio 2009

Che vergogna!!!


Quando andavo alle elementari mi hanno insegnato il rispetto per l'inno nazionale, alle medie ho imparato la storia del nostro paese e ne ho appreso la bellezza, al liceo è stato il momento della costituzione e dell'ordinamento politico. Con l'università questa infrastruttura ha cominciato a vacillare e ora siamo arrivati al disgusto. In questi giorni in particolare il mio senso di nausea e la voglia di rinnegare tutto si sono acuiti; la causa? Una notizia che ho appreso quasi per caso e non ho trovato su scala nazionale né a livello di quotidiani e neppure di rotocalchi televisivi; un indizio di un sistema corrotto che sta letteralmente digerendo e neutralizzando quanto di bello è rimasto in Italia.
In pratica l'avvocato inglese David Mills è stato condannato a quattro anni e mezzo di carcere per aver giurato il falso davanti ai giudici. Si tratta di un caso di corruzione: infatti Mills ha mentito dietro compenso di denaro; ma per proteggere chi? Ma naturalmente il nostro presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che, ancora una volta, ha saputo dimostrare la propria lungimiranza parandosi le terga da ogni ripercussione giudiziaria grazie al Lodo Alfano che gli ha garantito un'immunità totale.
Sulla stampa italiana è calato un sipario di quasi totale omertà ma - grazie al cielo - non si può dire la stessa cosa di quella estera che ha dato ampio spazio alla notizia. Ancora una volta mi vergogno di appartenere a una nazione che offre a tutto il mondo un'immagine corrotta e decadente. Ancora una volta vedo calpestati quei principi di rettitudine e onestà che dovrebbero essere alla base del nostro governo. Che sconforto!