martedì 27 gennaio 2009

Il Classico dei Classici


Una delle canzoni che nella storia della musica probabilmente ha trovato più interpretazioni è The House of the Rising Sun, un pezzo tradizionale americano che ha acquistato potenza e grande celebrità grazie all'interpretazione di Eric Burdon e degli Animals all'inzio degli anni 60. Questa prima versione moderna ha dato inizio a un processo creativo che nel corso degli anni - una dopo l'altra - ci ha regalato una miriade di nuove versioni che nella loro unicità costituiscono un piccolo filone musicale indipendente. In realtà nel 1962 viene pubblicato il primo album di Bob Dylan tra i pezzi contenuti c'è anche una versione della canzone in chiave tradizionale, sicuramente un omaggio al celebre Woody Guthrie, un punto di riferimento nella cultura del giovane cantautore che già in precedenza aveva ne aveva offerto una sua interpretazione folk. L'ascolto della canzone di offre un Bob Dylan che pochi conoscono: ai tempi non aveva ancora subito il grave incidente motociclistico che come conseguenza gli modificò la voce rendendola roca e così caratteristica come la conosciamo ora; da non dimenticare anche la versione di Joan Baez (cronologicamente e idealmente vicina a quella di Bob Dylan).
Il dopo Eric Burdon ha visto invece un'alternanza di musicisti più o meno importanti ma tutti determinati a cimentarsi con questo pezzo tradizionale. Mi sento di ricordare tra gli altri i Toto, una versione da brividi della mitica Nina Simone e una meno interessante ma comunque meritevole della prosperosa Dolly Parton. Ma la rassegna non finisce qui. The House of the Rising Sun ha coinvolto anche i BTO (Bachman Turner Overdrive), la "maledetta" Sinead O'Connor, che ci regala una versione struggente, l'italo-americano Bon Jovi, il preistorico Gary Glitter anche i tanto osannati Duran Duran. Ci sono passati pure i Muse, il re della chitarra acustica Tommy Emmanuel (che ce la regala in una interpretazione funky) e, in una versione non ufficiale tratta da un bootleg, anche i Beatles (francamente più una parodia tra amici che una canzone...ma vale comunque la menzione). Non mancano neppure le versioni italiane a partire dai Los Marcellos Ferials fino ai Bisonti, da Al Bano fino agli inossidabili e indistruttibili Pooh.
Ma in tutto questo mare grande di versioni ne preferisco una in particolare. Risale a un disco del 1987 realizzato David Johansen, ex leader dei New York Dolls, sotto lo preudonimo di Buster Pointdexter nell'omonimo album. Ancora adesso quando l'ascolto mi trasmette qualcosa;  ho fatto fatica a trovarne una versione pubblica su Internet ma alla fine ci sono riuscito ecco il link e buon ascolto!

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