venerdì 30 gennaio 2009

Il cantante morto in silenzio


Sono pochi giorni che è mancato Mino Reitano, uno dei principali esponenti della canzone italiana, e ad oggi sono ben pochi coloro che ne ha parlato. Povero Mino! Sfortunato nella vita ma anche nella morte.
La sua musica non era certamente quella che riempiva le sale, la sua presenza non era paragonabile a quella del Blasco nazionale e il suo spessore culturale era molto, molto lontano da quello di un Paolo Conte....ma era Mino! Il Mino che dall'estremo sud aveva avuto la forza di inseguire un sogno e costruire il suo "ranch" alle porte di Milano, ad Agrate Brianza; l'emigrante con il sorriso che lasciava trasparire le origini povere. I suoi discorsi erano sempre semplici, come la sua musica e il mondo che avrebbe voluto incontrare sulla sua strada.
Ma le cose non andarono così. Lui ebbe la stessa sfortuna di una brava cantante che ci ha lasciato tragicamente: Mia Martini, o Mimì come la chiamavano i pochi amici veri. Il mondo dello spettacolo a volte riesce ad essere crudele e rovinare le persone senza neppure toccarle, con il semplice brusio delle voci di corridoio. Per Mino fu così: si diceva che "portasse sfiga"...e la superstizione nel mondo dello spettacolo regna sovrana (nel vero senso della parola). Gli inviti erano rari e il povero Mino ha sempre dovuto lottare più degli altri per andare avanti. Attualmente non si trovano tanti contributi video su di lui...ho scelto uno dei suoi più grandi momenti di gioia. Se però proviamo a guardare oltre la commozione e l'entusiasmo ci accorgeremo che questa sua piccola grande vittoria non solo è un semplice riconoscimento, è una rivincita, una conferma sofferta e - tra le righe, nel semplice linguaggio di Mino - anche una denuncia.




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