giovedì 19 febbraio 2009

La rivincita dei gay


In questi ultimi mesi l'omosessualità è diventata un argomento più caldo che mai. Esprimere la propria opinione in materia è assai pericoloso e si rischia di incorrere nell'inquisizione delle associazioni gay. Ora, quando si affronta questa tematica le parole devono essere misurate, non si può sgarrare, pena la pubblica ammenda. 
Non lo nascondo, ho sempre simpatizzato per il pubblico degli omosessuali e più di una volta ho sostenuto le loro posizioni, ma in questo periodo non mi vergogno di ammettere che sto riscontrando un atteggiamento di difesa troppo estremo.
Prendiamo Albano. Lui sicuramente non rappresenta un elemento di spicco nella cultura italiana. Le sue posizioni il più delle volte si allineano a quelle della maggioranza della popolazione - come la sua musica. Albano è un simbolo di un'Italia semplice, attaccata a valori tradizionali - a cui certamente l'omosessualità non appartiene. Non dimentichiamo che il cantante è l'icona di Cellino San Marco e di una tradizione meridionale che attribuisce alla virilità grande importanza. 
Fatte queste premesse, quando gli è stato chiesto se avrebbe gradito un figlio omosessuale ha risposto: "Come padre, mi avrebbe sicuramente dato fastidio avere un figlio o una figlia che non appartiene al suo sesso. Però bisogna fare i conti con la natura e la natura, e la natura a volte gioca strani scherzi". In pratica Albano si è limitato a specificare che - pur preferendo un figlio eterosessuale - ritiene l'omosessualità qualcosa di naturale; ergo avrebbe accettato il proprio figlio. Ma che cosa doveva rispondere? Che aveva sempre sognato un figlio gay e che era dispiaciuto della normalità (termine pericolosissimo di questi giorni) della propria progenie?
Personalmente ho già espresso in questo blog la mia opinione in materia, ma credo anche che la politica di difesa delle associazioni Gay debba seguire degli argini precisi. Una cosa è chiedere rispetto - e sicuramente c'è ancora tanto da fare - un'altra è pretendere dalla nostra cultura una svolta istantanea e difficilmente realizzabile. 

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